Festone della Madonna di Serra

E i corsagnini si sono veramente impegnati per onorare la celeste patrona: nove giorni ininterrotti di feste e celebrazioni hanno reso memorabile la settimana mariana di quest’anno.
Le celebrazioni hanno preso il via la domenica 22 agosto quando l’Arcivescovo in persona ha prima cresimato i ragazzi che hanno completato l’iniziazione cristiana poi al termine della messa ha scoperto l’immagine della Madonna un gesto semplice, ma suggestivo che ha commosso i presenti. L’Arcivescovo in ginocchio per primo ha dato l’esempio a tutti i fedeli e ha toccato i cuori anche dei più giovani che non ricordavano l’ultimo festone. E che hanno deciso di vegliare ogni notte, chiusi in chiesa, il quadro miracoloso.
E i corsagnini si sono veramente impegnati per onorare la celeste patrona: nove giorni ininterrotti di feste e celebrazioni hanno reso memorabile la settimana mariana di quest’anno.
Le celebrazioni hanno preso il via la domenica 22 agosto quando l’Arcivescovo in persona ha prima cresimato i ragazzi che hanno completato l’iniziazione cristiana poi al termine della messa ha scoperto l’immagine della Madonna un gesto semplice, ma suggestivo che ha commosso i presenti. L’Arcivescovo in ginocchio per primo ha dato l’esempio a tutti i fedeli e ha toccato i cuori anche dei più giovani che non ricordavano l’ultimo festone. E che hanno deciso di vegliare ogni notte, chiusi in chiesa, il quadro miracoloso.
Per la verità la chiesa è stata preparata con cura grazie ai paratori, tutti di Corsagna, che da decenni s’impegnano nella preparazione del “padiglione”, quest’anno a quattro punte.
Il coro parrocchiale dei giovani ha aiutato l’assemblea a pregare e veramente l’Arcivescovo si è complimentato con la comunità avendo parole di apprezzamento e incoraggiamento anche per il programma voluto dalla festaiolanza, che intendeva non solo celebrare ma anche riflettere sul perdono cristiano e fare un gesto di solidarietà concreta verso la casa famiglia S. Francesco per i carcerati.
Il tutto consisteva in tre appuntamenti quotidiani: al mattino le lodi, alla sera i vespri preceduti dal rosario, e alla sera alle 21,00 una celebrazione comunitaria.
Questa è stata la novità dell’edizione 2010: ogni sera era diversa. Così hanno fatto l’omaggio alla Madonna il coro dei giovani del Borgo con don Francesco Maccari che ha aiutato i circa 150 fedeli a ripensare la vita pastorale delle nostre zone come un modo di abitare la Terra da cristiani nel 2010; il coro dei Cantores Lucenses dalla controneria con i canti in gregoriano, messa presieduta da don Gianfranco Vitali che ha sottolineato il valore della consolazione nella Bibbia, infine don Giuliano Ciapi che è stato festeggiato con il dono di un Volto Santo in bronzo opera dell’argentiere Giovacchini e con un grande rinfresco cui ha partecipato tutto il paese perché quest’anno ha compiuto i suoi 50 anni di ministero e che, con la sua corale, ha ricordato che Maria non è una Dea, quindi va imitata e non solo esaltata.
Una serata è stata dedicata alla riflessione, sensibilizzazione e preghiera per i carcerati del gruppo creato dall’Arcivescovo Agresti e che in questi mesi deve trovare nuova sede causa sfratto dalla piazza S. Francesco. E siccome le preghiere non si mangiano è anche l’opera di carità concreta cui sono indirizzati i soldi raccolti durante il festone che ammontano a poche migliaia di euro. Del gruppo dei volontari fanno parte anche Agnese Garibaldi e don Mario Tolomei di Benabbio che conosciamo molto bene.
Il venerdì era dedicato alla penitenza con una predica al cimitero donde è partita una lunga e folta processione che in “spiritu humilitatis” ha percorso le vie del paese fino a giungere nella chiesa illuminata dove un centinaio di persone si sono accostate al sacramento dato che vi erano numerosi confessori.
La serata di sabato è stata celebrata con un momento di comunione mai visto in precedenza: un banchetto organizzato unitariamente da tutti i gruppi presenti in paese, dalla Misericordia, al gruppo podistico, quello sportivo, dei donatori, la banda, la protezione civile, la squadra del cinghiale, la parrocchia, veramente tutti.

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Questa iniziativa era stata raccomandata anche dall’Arcivescovo come momento di unione ed è stato molto gradito da tutti: hanno risposto circa 400 persone quasi esclusivamente di Corsagna: vale a dire metà paese!
Finalmente la domenica la messa solenne con una partecipazione grandiosa, animata dal coro parrocchiale con Sabatino Lucchesi direttore e Roberto Alberigi all’organo: la Messa del Perosi. La messa è stata presieduta da don Antonio Pileggi, emozionatissimo, che per 5 anni, fino al 2008, ha guidato la comunità corsagnina. E’ stato anche celebrato il battesimo di Maria, ultima nata del paese.
Lunedì le tre messe consuete erano frequentatissime e presiedute dal rettore, da don Emiliano Lovi di Bolognana e da don Emanuele Rosi l’ultimo ordinato del nostro seminario molto apprezzato.
Ma il bello è stato la processione alla sera per riportare la Madonna a Serra: al Vespro la chiesa non ha potuto contenere che un terzo dei partecipanti: ben ottocento persone son salite alla chiesa per rendere omaggio alla regina di tutti i santi. Con una scelta coraggiosa di sobrietà, la festaiolanza aveva scelto di far a meno dell’illuminazione elettrica, così il paese ha brillato solo delle centinaia di lumini a cera predisposti lungo il percorso e sui balconi delle case: uno spettacolo nuovo e suggestivo che ha aiutato la concentrazione sulla preghiera al posto della dispersione. Così la processione cui hanno partecipato le compagnie di Dezza, Anchiano, Borgo, Pian della Rocca, con le misericordie di Diecimo, Borgo e Corsagna a far onore al quadro attorniato dal clero e seguito dal coro, Banda e da tutto il popolo di Dio, ordinatamente in oltre un’ora, è giunta al bianco santuario nel mezzo ai boschi dove, dopo la benedizione finale, ha ascoltato i ringraziamenti del nuovo parroco che non si aspettava tanta gioiosa attenzione, partecipazione generosa e devozione che da anni è spenta in tante altre parrocchie della piana da cui proviene. Durante i nove giorni della settimana mariana il quadro è stato pregato e vegliato ininterrottamente di giorno e di notte e nel cuore di ognuno è rimasta l’impronta della bellezza di una chiesa che sa celebrare e mantenersi giovane e viva nonostante l’età.